Legislazione export armi: il mio Disegno di legge

Il DDL che gli iscritti certificati del Movimento 5 Stelle possono votare sulla Piattaforma “Rousseau”, si propone di impedire che l’Italia continui a vendere armi e sistemi d’arma indiscriminatamente a qualunque nazione, come accade oggi.

Nonostante l’attuale legge n.185 del 1990 preveda il divieto di esportazione di armi e sistemi d’arma a paesi belligeranti o che violano i diritti umani, di fatto assistiamo alla totale disattesa di questo principio, per via della mancanza di un modo certo per identificare i paesi che si trovino nella situazioni richiamate dai motivi di diniego all’esportazione.

Il caso della guerra in Yemen, martoriato da bombe prodotte in Sardegna, è emblematico: una grossa azienda tedesca, la Rheinmetall, non potendo esportare bombe verso l’Arabia saudita, perché la Germania non glielo consentirebbe, le fa produrre ad un’azienda italiana, la RWM Italia, di cui è proprietaria, che ha sede in provincia di Brescia e stabilimento produttivo in Sardegna. L’Italia invece continua ad autorizzare queste vendite, in nome di un mancato provvedimento di embargo da parte dell’ONU, come se le oltre 10.000 vittime cadute in Yemen sotto le bombe italiane non fossero vittime di una “guerra”.

La principale modifica proposta prevede che il Governo italiano proponga annualmente al parlamento, che delibererebbe in proposito, un elenco degli Stati considerati belligeranti o che possiedano altri requisiti causa di diniego all’esportazione di armi.

Altre norme proposte introducono ulteriori vincoli alla concessione di permessi all’esportazione verso stati che non rispettino la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo o della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e una serie di requisiti di trasparenza nella relazione annuale sull’export di armi che il governo è già tenuto a presentare annualmente alle Camere, ma che risulta assai poco trasparente e non fa capire chiaramente la natura e tipologia di armi e sistemi d’arma esportati e neppure la loro reale destinazione finale.

Si prevede infine una diversa composizione dell’unità preposta alle autorizzazioni alle esportazioni d’armi (UAMA), inserendo magistrati fuori ruolo ed eliminando l’obbligo che i tecnici che ne fanno parte siano necessariamente militari.