La minaccia della pioggia ha condizionato il numero dei partecipanti ma non ha impedito che la quindicesima edizione della Marcia per la Pace organizzata dalla Tavola Sarda della Pace in collaborazione con le amministrazioni comunali di Laconi e di Gesturi si svolgesse regolarmente. Il corteo, aperto come sempre dallo striscione della Tavola, è partito alle 16 da Nuragus col cielo che si stava aprendo e a metà percorso è arrivata invece la pioggia.
“Ci siamo bagnati per bene, ma abbiamo continuato e siamo arrivati a Gesturi rispettando il programma” ha detto l’indipendentista Bustianu Cumpostu che anche quest’anno non è voluto mancare all’appuntamento e che in mattinata aveva partecipato anche all’assemblea-dibattito che si è tenuta al Cineteatro di Laconi sul tema delle servitù militari in Sardegna e su quello più ampio della pace nel mondo e in particolare nel Mediterraneo.
Il dibattito, introdotto dal portavoce della Tavola Franco Uda, ha affrontato anche la questione della efficacia di iniziative come la Marcia della Pace. “C’è il rischio che diventi una celebrazione fine a se stessa” ha messo in guardia Cumpostu sollecitando l’impegno di tutti a trovare punti di condivisione capaci di dare più forza all’intero movimento. E lo stesso Franco Uda, reduce dalla Marcia di Assisi, ha dovuto ammettere che a 15 anni dalla prima edizione, la situazione è addirittura peggiorata.
Fra i temi forti del dibattito, oltre alle servitù militari anche la questione della fabbrica di Domusnovas dove si producono le bombe che poi verrebbero sganciate “anche su obiettivi civili uccidendo forse più bambini che militari”. Una questione, ha rivelato il senatore Roberto Cotti (M5S) nel corso del dibattito, che da qualche tempo è oggetto di una indagine anche della procura della Repubblica di Cagliari.
6 novembre 2016