“Controllate le diossine nell’aria o chiudete”: diffida all’inceneritore del Tecnocasic”. E’ la notizia della giornata, quella battuta da YouTg (Qui: https://goo.gl/EzcvCx). Così la cronaca giornalistica: “La diffida è stata recapitata negli uffici del Tecnocasic nei giorni scorsi, a seguito di una relazione dell’Arpas datata 21 novembre. Durante “l’attività ispettiva straordinaria sono state riscontrate difformità gestionali rispetto alle pertinenti prescrizioni tecnico operative adottate in sede di rilascio dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr)”. Stando ai rilievi il monitoraggio delle emissioni pericolose dei camini non avverrebbe nel rispetto di quanto previsto nelle carte che permettono il funzionamento del termovalorizzatore. Così viene imposto un “campionamento con frequenza da semestrale a mensile, per un anno, delle emissioni provenienti dalle linee di incenerimento A,B e C, con riferimento ai parametri” delle sostanze nocive come le diossine (Pcdd, Pcdf, Pcb).”. Quindi, improvvisamente il settore Ecologia della Città metropolitana e l’Arpas si svegliano. Da quanto tempo tutte le prescrizioni dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) non venivano rispettate alla lettera? Quanti e quali controlli sono stati effettuati – e con quali esiti – a partire dal novembre 2010? Una per tutte: nel novembre del 2010 il dirigente del settore Ecologia della Provincia di Cagliari rilascia l’Aia al Tecnocasic (Qui: https://goo.gl/wGNpFz). Il provvedimento viene notificato dallo stesso dirigente della Provincia, in data 23.11.2010, all’allora direttore generale del Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari (Cacip, che controlla il Tecnocasic). Passa qualche giorno e cosa succede? Il dirigente, il controllore pubblico, lascia la Provincia di Cagliari e viene scritturato dal Tecnocasic, al quale aveva rilasciato l’Aia, in qualità di direttore tecnico generale, dove vi resterà, come controllato, per oltre un anno, a partire dal dicembre 2010. Per carità, tutto formalmente legale, ma sul fronte dell’opportunità certe cose e decisioni solo in Italia accadono. E’ la stessa cosa che accade con i ministri e/o sottosegretari della Difesa. Prima ricoprono ruoli politici, poi esauriti questi vengono assunti nelle aziende che producono armamenti, le stesse a cui prima venivano affidate enormi commesse. Oplà! Peraltro, la questione dei controlli ambientali e del rispetto integrale delle prescrizioni Aia non è l’unica emergenza dalla parti di Macchiareddu. A quanto pare è reale un problema di bilanci e sostenibilità economica dell’impresa, dopo anni e anni di assunzioni a piè di lista, tanto che dovrebbe essere formalizzata tra breve una lunga lista di esuberi. In tutta sta situazione viene spontanea una domanda: ma i sindacati, la stessa Regione Autonoma Sardegna, hanno qualcosa da dire?
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