“Il numero di morti a causa di patologie tumorali nelle aree di Capoterra e Assemini supera la media regionale e nei due paesi a ridosso dell’agglomerato industriale di Macchiareddu si muore di cancro più che di malattie legate al sistema cardiovascolare”. E’ quanto riporta oggi un articolo della Nuova Sardegna, citando i dati contenuti nella consulenza che il servizio igiene e sanità pubblica dell’Ats Sardegna-Assl di Cagliari ha consegnato al sostituto procuratore Marco Cocco, titolare dell’inchiesta giudiziaria con otto indagati per associazione a delinquere in inquinamento e disastro ambientale in cui è coinvolta direttamente l’attività della Fluorsid. La relazione tecnica va ben oltre. Sì, perchè se non è una novità l’inquinamento ambientale dell’area, i dati raccolti dall’Assl di Cagliari denunciano una situazione di rischio per la salute umana e animale nell’area industriale di Cagliari che non ha riscontri in Sardegna. Peraltro, lo studio – qui la novità – mette in relazione le risultanze attuali con quelle di un altro studio compiuto tra il 2002 e il 2012, all’area industriale di Sarroch, i cui i risultati non sono mai stati resi pubblici. Ebbene, emergerebbe una situazione di rischio sanitario vicina a quella di oggi, che la Procura si appresta a esaminare e a verificare non solo in funzione dell’inchiesta in corso. Da tempo, ancor prima di sedere nei banchi del Senato, come ambientalista, vado a denunciare tale situazione. Che ho cercato di rilanciare nella mia azione parlamentare, fin dal 2013, ponendo interrogativi non solo su quanto recentemente registrato nel caso Fluorsid, ma anche per quanto riguarda l’area industriale di Sarroch e quella del Sulcis-Iglesiente (come potete vedere di sotto). Mi auguro che le inchieste della magistratura facciano rapido corso.