Ricapitolando: il primo agosto da una cronaca pubblicata su Unimondo.it dal titolo “Venezuela: Gentiloni si indigna, ma fornisce armi a Maduro” (poi ripresa da altre testate giornalistiche, ad esempio Avvenire del 4 ottobre) abbiamo appreso che l’anno scorso l’Italia ha autorizzato l’esportazione al Venezuela (per le Forze di Polizia) di 10mila pistole AF-1 Strike One semiautomatiche prodotte dall’azienda italo-russa Arsenal Firearms S.r.l. La denuncia è stata ripresa anche dal Blog di Beppe Grillo (https://goo.gl/xfKF1W), cosa che ha fatto innervosire il Gruppo parlamentare del Partito Democratico alla Camera, il quale tre giorni dopo ha emesso un comunicato stampa firmato dalla capogruppo Pd in commissione Esteri, Lia Quartapelle, e dal deputato PD eletto nella circoscrizione Estero-America meridionale, Fabio Porta, in cui testualmente si afferma che “…l’autorizzazione per le forniture alla polizia venezuelana sono già state sospese, una misura doverosa, che rientra nel perimetro giuridico in cui è tenuto a operare il governo ed è coerente con la politica portata avanti dall’Italia per onorare l’amicizia e la solidarietà che riserviamo al popolo venezuelano oppresso dal regime di Nicolàs Maduro”. Ebbene, nonostante i molteplici inviti a rendere pubblici gli atti a conferma di quanto da loro dichiarato, nulla si è avuto modo di riscontrare, posto che sul sito del Ministero degli Esteri, nelle pagine internet dell’Autorità preposta al controllo delle esportazioni di armamenti (U.A.M.A) e sui canali social della Farnesina non è stato possibile rinvenire conferma ufficiale o notizia della “sospensione dell’autorizzazione per le forniture alla polizia venezuelana”. Ora, visti i silenzi (imbarazzati) del Pd, ci è parso opportuno fare nostra la massima “Se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna”. Per questo ho presentato una richiesta di accesso civico generalizzato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, da cui dipende l’UAMA, ovvero l’Autorità preposta a rilasciare le autorizzazioni all’export di armamenti. Che ora ha 30 giorni di tempo per tirare fuori le carte. Anche perché utilizzare lo strumento dell’interrogazione parlamentare – come recentemente documentato dai media – non serve quasi più a niente, visto che il governo raramente risponde. Stiamo a vedere…
Qui la richiesta: https://goo.gl/fKF2UJ