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Rwm, scoppia la pace tra Confindustria e sindacati

Le bombe della Rwm fanno scoppiare l’amore tra Confindustria e sindacati. La storia sarda insegna che alla lunga il ricatto occupazionale fatto di produzioni letali produce deserto e veleni: sarebbe ora di guardare al futuro

Roma 13 luglio – Le bombe della Rwm di Domusnovas fanno scoppiare l’amore tra Confindustria e sindacati. Si potrebbe riassumere così l’improvvisa presa di posizione dell’associazione degli industriali sardi che, all’unisono con CGIL e CISL, scende in campo in difesa dell’azienda sarda con testa e profitti in Dusseldorf, il tutto sotto l’ombrello, vetusto, del ricatto occupazionale. In sostanza, Confindustria Sardegna Meridionale, CGIL-FILCTEM e CISL-FEMCA, si dissociano dalle iniziative del “Comitato di Riconversione RWM”, colpevole, quest’ultimo, di avere promosso per quest’oggi una riunione straordinaria del Consiglio comunale di Iglesias per dibattere sulle problematiche legate alla produzione di ordigni. Ordigni che, occorre ricordarlo ancora una volta, hanno finora prodotto oltre 10 mila vittime tra i civili dello Yemen, la metà dei quali donne e bambini.

L’inusuale santa alleanza chiosa di rischi per le 270 famiglie che vivono grazie allo stabilimento Rwm di Domusnovas, e per le future famiglie che avranno un lavoro grazie agli investimenti che la società sta eseguendo nel territorio. Peccato però che a sfogliare l’ultimo bilancio Rwm (vedi foto) si scopre che gli occupati sono 83, con un incremento di 9 unità rispetto all’anno precedente. Il tutto con il seguente rapporto: Ricavi 71.184 euro/migliaia – Costo del Lavoro 9.065 euro/migliaia. Insomma, l’incidenza percentuale del costo del lavoro sui ricavi è pari al 12,7%. E così, i ricavi per dipendente sono di 468 euro/migliaia a fronte di un costo lavoro per dipendente pari a 60 euro/migliaia. Per essere chiari, i numeri evidenziano, ancora una volta, che a fronte dell’ingente utile conseguito dalla Rwm la spesa del personale continua a rimanere bassa, come il numero delle assunzioni. Eppure i ricavi delle vendite e delle prestazioni sono passati dai 48 milioni del 2015 ai circa 72 milioni del 2016. Tutto ciò a fronte di un limitato aumento dei costi di produzione (8 milioni circa), con un utile netto di 12 milioni di euro rispetto ai 4 dell’anno precedente. La Rwm si fa ricca, i lavoratori che tanto si vorrebbe difendere molto meno.

Peraltro, ai lavoratori della sede staccata di Ghedi viene applicato il Contratto dell’Industria Metalmeccanica, mentre quelli sardi di Domusnovas si devono accontentare del contratto dell’Industria Chimica. Chissà se i sindacati queste cose le sanno, ma se non le sanno, diamo loro appuntamento alla settimana prossima, quando la discussione si sposterà dal Consiglio comunale di Iglesias al Parlamento, chiamato a dibattere e pronunciarsi sulle mozioni presentate dal M5s (e non solo), che chiedono l’embargo delle bombe Rwm all’Arabia Saudita e la riconversione produttiva ad usi civili dell’azienda. Stai a vedere che alla triade odierna si aggiungono anche i lobbisti delle armi a go-go?

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