Senato

Lingue minoritarie, basta discriminazioni!

In Senato si vota il Disegno di legge per la ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie

Basta discriminazioni, anche l’Isola pretende la nascita di almeno un canale radio e tv in sardo”

Roma, 3 luglio 2017 –  L’appuntamento è per domani, quando le Commissioni congiunte 1^ e 3^ del Senato saranno finalmente chiamate ad esaminare il Disegno di legge di ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali, votando gli emendamenti allo stesso, poi il provvedimento passerà in aula per l’approvazione definitiva.

“Mi sto battendo per far approvare un mio emendamento che garantisca, in Sardegna, la nascita di almeno un canale radio e uno tv in sardo, come previsto nel testo del disegno di legge per ladino e sloveno, lingue parlate da molte meno persone rispetto al sardo”. Così Roberto Cotti, senatore del M5S, che aggiunge: “Ho presentato diversi altri emendamenti per migliorare la previsione di uso del sardo e del catalano in diversi ambiti della vita e nell’amministrazione pubblica, su questi aspetti registro con soddisfazione una convergenza con altri senatori sardi, avendo peraltro condiviso molti loro emendamenti”.

La Carta europea delle lingue regionali o minoritarie è stata redatta in seno al Consiglio d’Europa e aperta alla firma il 5 novembre 1992 a Strasburgo. Ad oggi, essa risulta firmata da 33 Stati membri del Consiglio d’Europa, con lo scopo di tutelare le lingue storiche regionali o minoritarie d’Europa che rischiano purtroppo di scomparire. Il trattato, in vigore dal 10 marzo 1998 dopo il raggiungimento delle cinque ratifiche previste, risulta ratificato solo da 25 Stati, mentre i restanti 8 firmatari, tra cui l’Italia,  non hanno esaurito le procedure allo scopo previste.

L’Italia, infatti, ha firmato la Carta il 21 giugno 2000, ma non ha ancora approvato lo strumento di ratifica: nel corso delle ultime tre legislature non si è mai riusciti a concludere l’iter legislativo.

La Carta chiarisce quali debbano essere gli obiettivi e i princìpi ai quali gli Stati firmatari sono tenuti ad adeguare la propria politica legislativa. Prima di tutto, riconoscere le lingue regionali o minoritarie come espressione di ricchezza culturale. Poi, rispettare l’area geografica di ciascuna lingua regionale o minoritaria, agevolando l’uso, orale e scritto, delle lingue in questione, sia nella vita privata sia in quella pubblica. In ultimo, prevedere forme e mezzi per l’insegnamento e lo studio di queste lingue, nonché promuovere studi e ricerche nelle università o presso istituti equivalenti. Il recepimento della Carta è una delle condizioni richieste dalle istituzioni europee, in particolare dal Consiglio d’Europa, per l’adesione di nuovi Paesi al contesto europeo.

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