Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02631
Atto n. 3-02631 (in Commissione)
Pubblicato il 2 marzo 2016, nella seduta n. 584
COTTI , BUCCARELLA , CAPPELLETTI , MORONESE , PUGLIA – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. –
Premesso che:
l’Arabia saudita ha avviato in Yemen un conflitto armato, denominato “Tempesta decisiva”, che avrebbe lo scopo dichiarato di respingere l’aggressione Houthi;
il conflitto, avviato senza consultazione e autorizzazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sta provocando una catastrofe umanitaria;
il 16 novembre 2015, il Consiglio europeo ha espresso gravi preoccupazioni per ciò che sta accadendo in Yemen, con attacchi indiscriminati contro le infrastrutture civili e in particolare su strutture sanitarie, scuole e impianti idrici;
secondo il Consiglio europeo, la situazione di instabilità determinata viene sfruttata a proprio vantaggio da gruppi estremisti e terroristici, quali Al Qaeda nella penisola arabica (AQAP) e Daesh nello Yemen;
a Domusnovas, in provincia di Cagliari, è operante uno stabilimento della Rwm Italia SpA (società sussidiaria del gruppo tedesco Rheinmetall Defence), il cui core business, secondo il sito web dell’Aiad (Aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza), è rappresentato da “bombe d’aereo e da penetrazione, caricamento di munizioni e spolette, sviluppo e produzione di teste in guerra per missili, siluri, mine marine, cariche di demolizione e controminamento” (si veda “L’Unione Sarda” dell’8 luglio 2015);
numerose e accreditate testate giornalistiche nazionali e internazionali hanno riferito e documentato, a partire dall’ottobre 2015, la partenza dalla Sardegna di ingenti quantitativi di bombe prodotte dalla Rwm Italia SpA e classificate MK82, MK83 e MK84, con destinazione ultima l’Arabia saudita;
il ricercatore di “Human rights watch” Ole Solvang avrebbe fotografato resti di ordigni della Rwm Italia SpA utilizzati in Yemen dalla coalizione militare guidata dall’Arabia saudita e riconducibili alla produzione sarda di Domusnovas, in ragione delle sigle identificative ivi riportate;
considerato che:
la legge n. 185 del 1990, recante “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, all’articolo 1, comma 1, sancisce che l’esportazione, l’importazione ed il transito di materiale di armamento, nonché la cessione delle relative licenze di produzione devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell’Italia, vietando al comma 6, lettera a), l’esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento in Paesi in stato di conflitto e i cui Governi siano responsabili di violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani;
in base al Trattato internazionale sul commercio delle armi e alla common position dell’Unione europea sull’export di armamenti, l’Italia deve seguire una rigorosa valutazione del rischio, caso per caso, su ogni proposta di trasferimento di armamenti, per determinare se c’è il sostanziale rischio che le armi possano essere usate da chi le riceve per compiere o facilitare gravi violazioni delle leggi internazionali sui diritti umani. In base a tali elementi l’Italia sarebbe tenuta a negare la licenza per l’esportazione;
il Trattato internazionale sul commercio delle armi, all’articolo 6, prevede il divieto per gli Stati aderenti di autorizzare l’esportazione di armamenti, qualora si sia a conoscenza del fatto che possono essere utilizzati per commettere atti di genocidio, crimini contro l’umanità, gravi violazioni della convenzione di Ginevra del 1949, attacchi diretti a obiettivi o a soggetti civili o altri crimini di guerra;
il decreto legislativo n. 105 del 2012 ha modificato la legge n. 185 del 1990, in attuazione della direttiva 2009/43/CE, vietando l’esportazione di armi quando mancano adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei prodotti per la difesa, prevedendo altresì l’eventuale sospensione o revoca di autorizzazioni già concesse per gravi motivi nel frattempo subentrati;
la monarchia saudita è responsabile di gravi e reiterate violazioni dei diritti umani, come denunciano da anni le principali e riconosciute organizzazioni non governative, le quali hanno documentato continue violazioni dei diritti umani e costante pratica delle punizioni corporali, della tortura e della pena di morte, anche per reati minori, inflitta con la decapitazione pubblica;
il portavoce di Amnesty international Italia Riccardo Noury, dinanzi alla catastrofe umanitaria in atto in Yemen, ha formalizzato al Governo italiano innumerevoli appelli per l’istituzione di una commissione di inchiesta internazionale sui crimini di guerra commessi in Yemen e per la sospensione immediata dei trasferimenti di armamenti;
il 25 febbraio 2016 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla situazione umanitaria nello Yemen (2016/2515 (RSP), nella quale, tra l’altro, si evidenzia che: a) l’intervento militare a guida saudita nello Yemen, richiesto dal presidente yemenita, Abd Rabbuh Mansur Hadi, compreso l’uso di bombe a grappolo bandite a livello internazionale, ha portato a una situazione umanitaria disastrosa che interessa la popolazione in tutto il Paese, ha gravi implicazioni per la regione e costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza a livello internazionale: membri della popolazione civile yemenita, già esposta a condizioni di vita terribili, sono le principali vittime dell’attuale escalation militare; b) dall’inizio del conflitto sono state uccise almeno 5.979 persone, quasi la metà delle quali civili, e 28.208 sono rimaste ferite; tra le vittime si contano centinaia di donne e bambini; l’impatto umanitario sulla popolazione civile degli attuali scontri tra le diverse milizie, dei bombardamenti e dell’interruzione della fornitura dei servizi essenziali sta raggiungendo proporzioni allarmanti; c) secondo molteplici segnalazioni, gli attacchi aerei della coalizione militare a guida saudita nello Yemen hanno colpito bersagli civili, tra cui ospedali, scuole, mercati, magazzini cerealicoli, porti e un campo di sfollati, danneggiando gravemente infrastrutture essenziali per la fornitura degli aiuti e contribuendo alla grave carenza di generi alimentari e di carburante nel Paese; il 10 gennaio 2016 è stato bombardato nello Yemen settentrionale un ospedale finanziato da Medici senza frontiere (MSF) e ciò ha provocato la morte di almeno 6 persone e il ferimento di una dozzina, tra cui membri del personale di MSF, oltre a danneggiare gravemente le strutture mediche; si tratta dell’ultimo di una serie di attacchi ai danni di strutture mediche; anche numerosi monumenti storici e siti archeologici sono stati distrutti o danneggiati irrimediabilmente, comprese alcune parti della città vecchia di Sana’a, sito patrimonio mondiale dell’Unesco; d) alcuni Stati membri UE hanno continuato ad autorizzare il trasferimento di armi e articoli correlati verso l’Arabia saudita dopo l’inizio della guerra; tali trasferimenti violano la posizione comune 2008/944/PESC sul controllo delle esportazioni di armi, che esclude esplicitamente il rilascio di licenze relative ad armi da parte degli Stati membri, laddove vi sia il rischio evidente che la tecnologia o le attrezzature militari da esportare possano essere utilizzate per commettere gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e per compromettere la pace, la sicurezza e la stabilità regionali;
la risoluzione, nell’esprimere grave preoccupazione per gli attacchi aerei da parte della coalizione a guida saudita e il blocco navale da essa imposto allo Yemen, che hanno causato la morte di migliaia di persone, invita il vicepresidente della Commissione europea e l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ad avviare un’iniziativa finalizzata all’imposizione da parte della UE di un embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia saudita, tenuto conto delle gravi accuse di violazione del diritto umanitario internazionale da parte di tale Paese nello Yemen e del fatto che il continuo rilascio di licenze di vendita di armi all’Arabia saudita violerebbe pertanto la posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio dell’8 dicembre 2008,
si chiede di sapere se, con particolare riferimento alla recente risoluzione approvata dal Parlamento europeo, non si reputi opportuno disporre la sospensione immediata di tutte le autorizzazioni ai trasferimenti, movimentazioni ed esportazioni di armamenti, o parti di essi, prodotti nel nostro Paese dalla Rwm Italia SpA e destinati all’Arabia saudita o ai Paesi che con essa fanno parte della coalizione impegnata nel conflitto in Yemen.