ECCO IL TESTO DELLA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DEL M5S.
Ho appena depositato negli uffici del Senato l’interrogazione parlamentare. Di sotto trovate il testo. Attendo risposte dal ministro dell’Interno…
Roberto Cotti
Interrogazione a risposta orale in Commissione
COTTI, CAPPELLETTI, PUGLIA, SANTANGELO, SCIBONA…
- Al Ministro dell’Interno -
Premesso che:
nella punta più estrema del sud Sardegna, nel comune di Teulada, è operativo fin dal 1957 un poligono militare permanente per esercitazioni terra-aria-mare affidato all’Esercito italiano e messo a disposizione della NATO (North Atlantic Treaty Organization);
il poligono risulta essere il secondo in Italia per estensione, con 7.200 ettari di aree, cui si sommano i 75.000 ettari delle zone di restrizione dello spazio aereo e le zone interdette alla navigazione. Tali aree sono normalmente impiegate per le esercitazioni di tiro terra-mare, precludendo uno specchio d’acqua di circa 450 kmq alla navigazione e alla pesca, con simulazioni d’interventi operativi e sperimentazione di nuovi armamenti;
a partire dal 21 ottobre u.s. si è dato il via nel nostro Paese alla seconda fase dell’esercitazione NATO “Trident Juncture 2015″, col coinvolgimento del poligono di Teulada come teatro tattico e operativo della NATO e la partecipazione – col ruolo di osservatori – delle principali società dell’industria della difesa internazionale, con l’obiettivo dichiarato di coinvolgerle e integrarle nel processo militare, per meglio soddisfare le necessità belliche delle forze armate;
con “Trident Juncture 2015″ si vuole testare dal vivo la capacità di reazione delle forze armate e l’utilizzo delle unità militari sul territorio. In breve, si vorrebbe mettere alla prova la Forza di Reazione Rapida (NRF) della NATO, al fine di proteggere i partner e i loro interessi e fronteggiare sfide provenienti da Sud e da Est;
lo scorso 9 luglio il COMIPA (Comitato Misto Paritetico) della Regione Sardegna ha bocciato il calendario delle esercitazioni militari nell’Isola per il secondo semestre 2015, quindi non esiste allo stato attuale un accordo Stato-Regione sulle esercitazioni attualmente in corso in Teulada;
la Sardegna subisce da oltre cinquant’anni una grave penalizzazione a causa degli oneri eccessivi rappresentati dalle servitù militari, le quali occupano oltre 35 mila ettari di territorio sottratto alla disponibilità della popolazione, che fanno della Sardegna l’entità regionale maggiormente gravata (62% del totale delle servitù militari italiane);
con Ordine del giorno n. 9, approvato all’unanimità dal Consiglio regionale della Sardegna il 17 Giugno 2014, la giunta regionale è stata impegnata a porre – tra l’altro – come primo obiettivo, nel quadro dei rapporti tra Stato e Regione, la graduale dismissione dei poligoni militari e il loro superamento dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, con la progressiva diminuzione delle aree soggette a vincoli militari;
considerato che:
in tale contesto, nel corso degli anni, è maturata nell’opinione pubblica e nella popolazione locale, la cosiddetta “società civile”, una coscienza critica di aperta, pacifica, continua e civile protesta verso quella che viene avvertita come una sorta di spropositata occupazione militare, e che più di recente – in un sondaggio promosso dalla principale testata giornalistica regionale – ha visto il 68% dei lettori esprimersi per uno stop definitivo alle esercitazioni militari in Sardegna;
lo scorso 31 ottobre si è tenuta a Cagliari una prima pacifica e partecipata manifestazione – l’ultima di una lunga serie – per protestare contro l’esercitazione Nato “Trident Juncture 2015″ e dire “NO” alle servitù militari, alla guerra e ai poligoni;
per quanto si è appreso dai mezzi di informazione locali (tra gli altri, Ansa del 31 ottobre e 1° novembre, Sardiniapost.it del 1° e 2 Novembre, L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna del 2 novembre), una seconda e terza manifestazione di protesta a Teulada e Sant’Anna Arresi, consistenti in un sit-in, fiaccolata e corteo, programmati per il 2 e 3 novembre al di fuori dell’area del poligono e quindi distante dal teatro delle esercitazioni militari, non sarebbero state autorizzate dalla Questura di Cagliari in ragione di indicazioni logistiche “aleatorie” fornite dagli organizzatori e per l’assenza di non meglio precisati e comprensibili “canoni di sicurezza”;
in data 2 novembre u.s., il quotidiano L’Unione Sarda, in un articolo dal titolo “Siamo liberi di dire no alla guerra – La rabbia dopo il divieto”, riporta le dichiarazioni dal questore di Cagliari (“Il sit-in all’esterno del poligono di Teulada non può essere autorizzato viste le richieste poco chiare degli organizzatori e per motivi di sicurezza: chi ci andrà deve sapere che va a dare voce a persone che non sono pacifiche”), riferendo inoltre che, a detta degli interessati, il diniego dell’autorizzazione a manifestare in modo pacifico e nonviolento possa sortire l’effetto esattamente contrario e quindi degenerare in scontri, tanto più che gli organizzatori e le numerose sigle aderenti alle programmate iniziative, nel denunciare la “proibizione del dissenso”, la “sospensione di diritti costituzionali e nervosismo muscolare”, “l’intento liberticida” e lo “stato di polizia”, hanno annunciato di non voler comunque sospendere dette manifestazioni;
il quotidiano La Nuova Sardegna del 2 novembre u.s., in un articolo dal titolo “Sit-in a Teulada, tensione tra questura e organizzatori – il Comitato: domani saremo lì, non possono impedircelo”, scrive: “Il questore ha spiegato che la richiesta presentata dal Comitato non può essere autorizzata perchè troppo generica, senza un luogo di partenza e un orario preciso. Immediata la replica degli attivisti del Comitato, che annunciano di non arrendersi di fronte alle disposizioni del capo della polizia: data e modalità della manifestazione sono state rese note alla questura lo scorso 29 ottobre.
relativamente alle dichiarazioni che avrebbe reso il questore di Cagliari – per quanto riportato dai media locali – risulta invece che (in base documentazione resa di pubblico dominio dagli stessi organizzatori della protesta) i promotori della manifestazione abbiano presentato entro i tempi prescritti e compilato in ogni parte la modulistica della questura, indicando con dovizia di particolari le modalità, gli orari, i luoghi e il numero stimato dei partecipanti;
in base a quanto riportato dai mezzi di informazione, lo scorso 27 ottobre, il questore di Cagliari avrebbe ordinato l’allontanamento e divieto di fare ritorno nei comuni di Teulada e Sant’anna Arresi, per il periodo di tre anni, di un gruppo di persone dichiarate “soggetti pericolosi”, per il fatto che erano impegnate nella ricognizione dei luoghi per l’organizzanda manifestazione di protesta, all’esterno del poligono militare, al fine di poter presentare circostanziata richiesta di autorizzazione, come poi effettivamente avvenuto. Tali persone, identificate e sottoposte a controllo di polizia in quanto – così si legge nel provvedimento – si accompagnavano “ad un gruppo di noti esponenti del locale movimento antagonista, con comportamento sospetto”, fattispecie aggravata – evidentemente per la questura di Cagliari – dal fatto di non avere essi “residenza nè lavoro nei comuni di Teulada e Sant’Anna Arresi” e tanto meno “validi motivi che giustifichino la presenza in detti territori”. Il comportamento di questi ha indotto l’autorità di polizia a ritenere che gli stessi si intrattenessero sui luoghi “al solo scopo di commettere azioni illecite e di pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica”;
in data 1° novembre u.s. le testate giornalistiche La Nuova Sardegna e Sardiniapost, in due distinti articoli dai titoli: “Sit-in a Teulada, alt del questore” e “Manifestazione a Teulada contro le servitù, il questore: Non è autorizzata”, scrivono: “I fogli di via – spiega il questore di Cagliari Vito Danilo Gagliardi – sono stati emessi dalla Questura perché queste persone sono state viste più e più volte girovagare nelle vicinanze del perimetro del poligono di Teulada sia dal personale di vigilanza che dal nostro personale. Dovevamo dare un segnale importante dopo la loro richiesta di manifestazione”;
sulla base di alcune testimonianze si sarebbe venuta a creare non solo in Teulada e Sant’Anna Arresi, ma soprattutto lungo le principali arterie stradali del Sulcis, problemi di circolazione delle merci e delle persone, in una realtà economico-sociale già in gravissima difficoltà, ovvero una complessiva situazione di ingiustificato allarmismo e spropositata reazione da parte delle forze di polizia, ancor prima delle previste manifestazioni, con generalizzati posti di blocco, perquisizioni e identificazione anche dei semplici residenti;
considerato infine che:
la nostra Carta costituzionale, agli articoli 16 e 17, recita: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”. Ad avviso dei presentatori del presente atto di sindacato ispettivo il citato provvedimento del questore di Cagliari non sembra contenere, come pure dovrebbe, alcun comprovato motivo di sicurezza, bensì solo ipotesi indiziarie. Allo stato attuale, infatti, non si ravvisa nel provvedimento una prova seria e documentata di pericolo all’incolumità e sicurezza pubblica che possa giustificare lo stesso;
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti ovvero di quali eventuali e ulteriori notizie disponga, per quanto di propria competenza, circa i fatti descritti in premessa;
se ritenga congrue e proporzionate alla situazione le misure adottate dai responsabili dell’ordine pubblico rispetto alla semplice volontà di manifestare pacificamente il dissenso sull’esercitazione militare NATO “Trident Juncture 2015″, dal momento che la libertà di riunione deve essere soggetta a preavviso per fare in modo che la questura competente, di volta in volta, possa apprestare le misure idonee a consentirne l’esercizio nel migliore dei modi e non per approntare eccessive e non giustificabili misure di limitazione delle libertà civili tutelate dalla Carta costituzionale;
se non ritenga spropositata la decisione assunta dal questore di Cagliari di allontanare per tre anni un gruppo di cittadini dai comuni di Teulada e Sant’Anna Arresi, assunta sulla base di elementi prettamente non costituenti reato, come la semplice circolazione in aree non interdette, la manifestazione del libero pensiero e la riunione in luogo pubblico, diritti civili tutelati dalla nostra Carta costituzionale;
se non ritenga preoccupante ed anzi controproducente l’iniziativa assunta, nel caso in questione, dal questore di Cagliari ed inopportune le dichiarazioni rese dallo stesso alla stampa, in particolare per la personale interpretazione dei compiti d’ufficio, con il rischio di inasprire gli animi e il civile dissenso, sortendo così effetti diametralmente opposti a quelli che si volevano raggiungere e quali iniziative intenda assumere in merito .
NB Grazie per le foto da Teulada ad Andrea Sale, Claudia Zuncheddu e Gianluigi Nieddu e per i video Gabriele Frigau e Bustianu Cumpostu.